giovedì 10 luglio 2008
TESTI: parafrasi, analisi, recensioni, commenti...
Apro questa sezione perché possiate commentare e/o postare testi letterari e artistici, di cui fate e/o richiedete un commento.
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Lavori su tipologie testuali diverse
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5 commenti:
Tu sei tutto ciò che ho sempre sognato
E che mai avrei sperato di incontrare,
Non sono parole per descrivere i miei sentimenti per te,
Ma sono sicuro che quando mi guardi negli occhi puoi vedere l’immenso e sconfinato amore che provo per te.
R. RajaNirojan
Trieste (Umberto Saba)
Ho attraversata tutta la città
Poi ho salita un’erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Sa quest’erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all’ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l’ultima, s’aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un’aria strana, un’aria tormentosa,
l’aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.
Parafrasi
Questa poesia è stata scritta da Umberto Saba ed è stata tratta dalla raccolta Trieste e una donna.
L’autore parla di un giorno che attraversa tutta la sua città dove abitava. Egli salì su una collina dove alla fine c’era un piccolo muro. Lui pensava che dove c’era questo muro finiva la città, si siede in un angolo, e guarda la città dall’alto e lo descrive come un ragazzo pieno di con tradizioni che non sa regalare un fiore, come un amore in gelosia. Poi nota le chiese, si gira da una parte e vede il mare si volta dall’altra parte e vede una collina ed è circondato da un’aria familiare, un’aria di casa. Dice che la sua città è viva, lui che era seduto lì e stava a pensare.
Il commento:
Questa poesia mi ha fatto capire che il poeta e molto legato alla sua città.
Gianmarco & Bernardo
Pianto antico
Il poeta Giosuè Carducci ricorda suo figlio quando tendeva la sua piccola ed infantile mano verso l’albero dai verdi melograni e dai fiori di colore rosso intenso. Egli ricorda quando il suo bambino era nel giardino silenzioso, che da poco era ritornato verde perchè il mese estivo gli aveva ridato nuova vita. Era l’unico figlio del poeta, che era stato colpito da una malattia che lo aveva portato alla morte. Ora il bambino si trova seppellito nella fredda terra e il sole non può più riscaldarlo né rallegrarlo come quando era nel giardino, neanche l‘amore di suo padre riuscirà più a risvegliarlo.
Campisi & Sacco
Ritratto alla mia bambina (di Umberto Saba)
La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo
e dell’estiva vesticciola: "Babbo
-mi disse-voglio uscire con te."
Ed io pensavo: Di tante parvenze
che s’ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull’onde biancheggia, a quella scia
ch’esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti.
La parafrasi
Il poeta Umberto Saba parla della sua bambina
che gioca con la palla; ella ha gli occhi azzurri, ha
un vestitino estivo e un giorno chiede al padre
di uscire con lui.
E lui (il poeta) nel frattempo pensava, che di tante cose belle che si ammirano nella realtà che ci circonda,
sa bene a cosa può paragonare la sua bambina.
La bambina per lui assomiglia alla schiuma del mare che biancheggia leggera sulle onde; al filo di
fumo azzurrino, che esce dai tetti e si disperde
col vento; anche alle nubi, le immateriali nubi che si
fanno e si disfanno nel cielo estivo e ad altre cose leggere che si muovono continuamente.
Il commento
Questa poesia mi ha fatto capire come la bambina, piena di gioia di vivere sia molto legata al padre;
ma anche che il padre, cioè il poeta, ami molto la figlioletta e ciò si nota da come ce la descrive.
Gianmarco & Bernardo
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